La pioggia acida è un fenomeno purtroppo sempre più frequente, che può avere conseguenze importantissime sul nostro ecosistema e sul nostro ambiente. Si tratta anche di un campanello di allarme molto importante per quanto riguarda la salute del nostro pianeta, dell’aria che respiriamo e più in generale del luogo in cui viviamo.
Questa breve guida si focalizzerà principalmente sulle cause delle piogge acide: quando devono destare preoccupazione? Perché nell’area in cui viviamo si verificano spesso?
Vediamolo insieme.
Cosa sono le piogge acide?
Scientificamente parliamo di pioggia acida quando il liquido che le compone ha un pH inferiore a 5. La definizione scientifica però, con la freddezza che la contraddistingue, non ci dice molto né sulle cause né sulle eventuali conseguenze di questi fenomeni.
Le piogge acide sono infatti composte al 70% circa di acido solforico e per il 30% restante da ossidi di azoto.
Vale la pena ricordare che le piogge normali hanno in genere un pH compreso tra 5 e 6,5 e che la loro composizione è data da acqua distillata e parti di pulviscolo atmosferico.
Le cause delle piogge acide
A cosa sono dovute le piogge acide? Quali sono le cause?
Tipicamente si tratta di un aumento a livello di presenza nell’atmosfera di:
- Anidride Carbonica, CO2, dovuta in genere alle emissioni delle attività umane, anche se in alcuni casi può essere anche frutto di cause naturali;
- Ossidi di zolfo;
- Ossidi di azoto.
Nonostante come abbiamo anticipato le cause possono essere anche di origine naturale, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta invece di conseguenze dirette delle attività umane che sono poi anche responsabili del surriscaldamento globale e anche del cosiddetto effetto serra.
Tra i primi imputati ci sono ovviamente i combustibili fossili, ovvero tutti i derivati del gas e del petrolio che utilizziamo a scopi energetici e per riscaldarci.
Ci sono conseguenze collegate alle piogge acide?
Sì, ed è questo il motivo che preoccupa moltissimi scienziati. Le piogge acide non solo hanno conseguenze nefaste sul nostro ambiente, ma sono anche campanello di allarme di concentrazioni eccessive di CO2 nell’atmosfera. Sono dunque da un lato segnale, dall’altro fattore di peggioramento delle condizioni ambientali.
Le conseguenze sulla nostra salute
La pioggia acida che colpisce colture le rende maggiormente tossiche, con ovvie ripercussioni sulla salute di chi mangia quei prodotti. Parte degli aumenti di forme tumorali, patologie a carico del sistema cardiocircolatorio e delle patologie respiratorie possono essere imputate proprio all’impatto delle piogge acide sulla nostre colture.
Le conseguenze e i danni sull’ambiente
Le piogge acide purtroppo attaccano le piante anche in un altro senso: più si intensificano, maggiormente crescono le difficoltà riproduttive delle piante, per danni economici e all’ecosistema che, almeno per il momento, sono semplicemente non quantificabili.
Danni alle strutture, alle costruzioni e ai luoghi umani
Le piogge acide, soprattutto se ripetute, possono danneggiare i materiali con i quali sono costruiti case, palazzi, monumenti e ogni altro tipo di costruzione umana.
L’alto contenuto in acido solforico può infatti danneggiare praticamente ogni tipo di materiale, compreso quel cemento armato che riteniamo tutti praticamente inattaccabile.
Si può intervenire sul problema: facciamo la nostra parte
Le piogge acide hanno come causa principale le attività umane, industriali e non. Non ti stiamo inventando all’inattività, ma ad una maggiore consapevolezza per quanto riguarda tutte le tue attività che hanno un diretto impatto sulla natura.
Il principale indiziato è il Consumo di combustibili fossili, ovvero di petrolio, benzina, diesel e di gas naturale o GPL. Limitare le proprie attività inquinanti può avere, anche nell’immediato, un impatto positivo sul nostro pianeta e di conseguenza anche sulla riduzione delle piogge acide.
Certo, le piogge acide non sono il problema principale che questa fase di sviluppo e industriale si trova a fronteggiare, ma è comunque l’ennesimo segnale di un pianeta che, neanche troppo lentamente, si avvia verso l’irreversibile declino.