La tassa sulla sigaretta elettronica non esiste più! L’imposta, che era stata introdotta dalla Legge di Bilancio del 2018, è stata infatti abolita nel Gennaio del 2019 e, a meno di dietrofront da parte del governo in carica, non dovrebbe tornare più.
Si tratta di un’imposta particolarmente odiosa per il settore, tanto per gli imprenditori quanto per i consumatori, dato che aveva appunto fatto lievitare sia il costo delle apparecchiature, sia il costo delle ricariche. Esiste oggi una tassa in importo fortemente ridotto.
Vediamo ad oggi come è tassata la sigaretta elettronica e quali sono i campi di applicazione.
La situazione della tassa elettronica nel 2018
La tassa sulla sigaretta elettronica era stata appunto introdotta, come anticipata, nel 2018 tramite la legge di bilancio. Nello specifico era stato il cosiddetto emendamento Vicari a introdurre la competenza del Monopolio di Stato su apparecchiature e su liquidi utilizzati, con una tassa/accisa del 50%, che finiva ovviamente per riflettersi direttamente sui costi sostenuti dai clienti.
La tassa inoltre non faceva alcuna differenza tra liquidi alla nicotina e liquidi senza, mancanza di differenziazione che aveva lasciato più di qualche commentatore di stucco.
La tassa fu introdotta ritenendo che il settore vivesse “in una giungla normativa” (quale poi?) e che ci fosse appunto il bisogno dell’intervento statale. Intervento statale che, come in moltissimi casi, si è palesato sottoforma di una supertassa, che avrebbe quasi equiparato le e-cig alle sigarette classiche.
Inutile, almeno stando le ultime ricerche scientifiche, addurre motivazioni di carattere sanitario: non ci sono ancora prove che le sigarette elettroniche siano dannose quanto quelle classiche e dunque il movente di “protezione” dei fumatori, almeno in questo caso, non regge.
Alla supertassa è stata inoltre abbinata una normativa di tracciabilità dei prodotti, che permetterebbe di evitare contraffazioni e di garantire la sicurezza dei prodotti consumati.
Gli incassi prodotti
Gli incassi dello stato a riguardo sono stati di 0,39€ per ogni ml di prodotto venduto. L’incasso registrato nel 2010 è stato di circa 10 milioni di euro, una somma che ha messo relativamente in ginocchio il settore e che comunque ha garantito introiti modesti per lo stato.
La tassa per il 2019, data appunto l’abolizione, non ha portato gettito.
Decreto fiscale 2019 – abolita una volta per tutte la tassa
Il decreto Fiscale 2019 è entrato in vigore appunto il 1^ Gennaio 2019 ed ha abolito completamente sia le tasse sulle ricariche, sia invece le tasse sulle sigarette elettroniche a livello di apparecchiatura.
Sono state sostituite da nuove tasse sui liquidi:
- 5% per i liquidi che non contengono nicotina
- 10% per i liquidi che che contengono nicotina
Eliminato anche il divieto di vendita online
Con l’eliminazione della supertassa è venuto meno anche il divieto di vendita online delle sigarette elettroniche. Si tratta di un grandissimo vantaggio anche in questo caso per il settore, che è tornato dunque a macinare utili anche online.
E per il futuro? IL settore sempre sotto scrutinio: potrebbe tornare una nuova tassa
La gestione fiscale del governo italiano non mette al riparo da future sorprese. Il settore delle sigarette elettroniche è infatti sempre sotto scrutinio, in quanto appunto in forte crescita e dunque particolarmente goloso per reperire fondi da parte dello Stato.
Nessuno può essere dunque certo che si tratti di un mercato che non verrà toccato in alcun modo dalle prossime Leggi di Bilancio.
Per ora si è tornati, finalmente, ad una situazione di normalità ed è dunque possibile comprare e vendere sia apparecchiature per le e-cig, sia liquidi da “svapare” senza troppe complicazioni e senza troppe tasse.
Si paga dopotutto un modesto 5-10% a seconda della tipologia di liquidi, tassa alla quale comunque si aggiungono le imposte sul valore aggiunto, ovvero l’IVA.