Chi si muove attraverso la piattaforma Ethereum si trova spesso a confrontarsi con degli strumenti digitali, dei veri e propri protocolli, chiamati token. Cosa sono esattamente?
Token – Cosa sono
In origine il termine token è stato utilizzato soprattutto nel campo dei movimenti bancari, come dispositivi ideati al fine di garantire l’autenticazione in due fattori: molti nel tempo li hanno definiti “pennette” o “chiavette”, dalle quali ottenere un codice per l’accesso al proprio profilo bancario.
Queste prime righe servono proprio a spiegare come i token di Ethereum non abbiano alcun legame con ciò. Entriamo infatti in un campo totalmente diverso, ed è necessario non avere alcuna confusione iniziale.
Cosa sono dunque i token? Iniziamo a chiamarli con il loro nome completo, Token ERC-20, dove ERC sta per Ethereum Request Comment. Già da questo acronimo è chiaro come siano strumenti esclusivi della piattaforma Ethereum. In un token di questo tipo possiamo trovare una serie di documenti dedicati alla programmazione in uso su Ethereum.
Lo scopo, infine, qual è? Quello di avere a disposizione degli elementi da poter riutilizzare di volta in volta, senza necessariamente costruire progetti da zero a ogni nuovo contratto o simile.
Possono questi token dialogare con applicazione di terze parti? Sì, a patto che tali applicazioni utilizzino gli stessi protocolli, mettendo così i token in grado di comunicare dalla piattaforma Ethereum alle altre applicazioni software in uso.
Token come valuta
I token possono essere utilizzati come valuta, associandoli a determinati valori. Per questo, quando parliamo di token ERC-20, dobbiamo tener conto dei tre differenti di tipi di token presenti.
La prima tipologia è rappresentata dagli utility token. Non presentano un reale valore al di fuori della piattaforma, ma sono molto utilizzati come valuta di gioco o funzioni simili, quindi legate a ambienti strettamente digitali e legati a Ethereum.
Il secondo tipo è quello rappresentato dalle stablecoin: si collegano cioè delle valute reali a dei token, rendendoli utilizzabili in maniera simile a una criptovaluta, per scambi e simili. L’utilità dei token è proprio nella semplicità con cui i vari contratti realizzati su Ethereum possono essere replicati, senza dover ogni volta ricreare un contratto da zero con cui associare la nostra valuta classica.
Il terzo tipo sono i security token, molto simili al secondo tipo, le stablecoin appena viste, ma cambia il contenuto a cui sono associati. Invece che di valuta, infatti, parliamo di azioni, obbligazioni e simili. L’impegno è quindi molto differente, perché può rendere partecipi di società e imprese.
Token e ETH
Attenzione a non confondere l’utilizzo dei token con quello di ETH. ETH è infatti la criptovaluta di Ethereum, la sua “moneta”, mentre i token sono solo una forma sostitutiva che può funzionare sì sulla piattaforma, ma entro determinati limiti e ambiti. Si tratta di una caratteristica da tenere bene in considerazione, quando si vuole investire sulla piattaforma: la decisione di utilizzare ETH o i token è molto importante e non va sottovalutata.
Da tenere presente anche lo stretto rapporto tra ETH e token: quando decidiamo di trasferire dei token, infatti, potremmo dover utilizzare gli ETH per pagare una commissione.
Muoversi su Ethereum può essere una nuova frontiera per il mondo del trading online e non solo, consapevoli di dover studiare il mezzo in ogni suo dettaglio.